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Efficienza
energetica,
il
Consiglio
dei
Ministri
recepisce
la
Direttiva
Respinta
dal
Governo
la
stabilizzazione
dell’ecobonus
65%;
ok
alla
riqualificazione
energetica
degli
immobili
della
P.A.
01/07/2014
-
Via
libera
definitivo
del
Consiglio
dei
Ministri
di
ieri
al
decreto
legislativo
di
recepimento
della
Direttiva
2012/27/UE
sull’efficienza
energetica.
Norme correlate
Schema di decreto legislativo di attuazione della Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, che ..
Direttiva 2012/27/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sull'efficienza energetica, ..
Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia
La Direttiva - ricordiamo - prevede:
- l’elaborazione di un documento strategico per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali e commerciali pubblici e privati;
- la riqualificazione energetica annua del 3% della superficie degli immobili della P.A. centrale dello Stato;
- la riduzione dell’1,5% annuo del volume delle vendite di energia (leggi tutto).
Il provvedimento, approvato in via preliminare dal Governo nell’aprile scorso, è stato sottoposto all’esame della Conferenza Unificata e delle commissioni parlamentari, che hanno proposto diverse modifiche al testo, alcune delle quali sono state accolte, altre no.
Partendo da quelle respinte, non è passata la messa a regime delle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica (ecobonus 65%), richiesta dalle Commissioni parlamentari: ‘sebbene siano auspicabili - si legge nella relazione -, necessitano di una più adeguata valutazione delle coperture e una più ampia ridefinizione del perimetro degli interventi al fine di razionalizzare la spesa pubblica”.
Si tratta di una richiesta ribadita in ogni occasione utile dal Parlamento e da tutti gli operatori della filiera delle costruzioni, che renderebbe finalmente stabile il quadro normativo facilitando gli investimenti nel settore delle ristrutturazioni, l’unico che negli ultimi anni è cresciuto, consentendo all’edilizia di reggere alla crisi.
Tornando ai contenuti del decreto, si prevede che l’ENEA predisponga ogni 3 anni una proposta per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati, anche per aumentare il numero di Edifici a Energia Quasi Zero di cui al Dlgs 192/2005.
A partire dal quest’anno, e fino al 2020, si dovrà procedere alla riqualificazione energetica di almeno il 3% della superficie coperta utile climatizzata degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione centrale.
A questo proposito, le Commissioni di Camera e Senato chiedevano di estendere quest’obbligo al patrimonio edilizio di Regioni ed enti locali, proposta non accolta perché le Regioni hanno preferito conservare la propria autonomia nella scelta degli obiettivi di efficienza energetica e perché l’estensione dell’obbligo non è richiesto dalla Direttiva.
Gli interventi devono basarsi su una diagnosi energetica o seguire quanto indicato nell’Attestato di Prestazione Energetica (APE) e, tra i criteri per l’individuazione delle priorità, invece del contratto di rendimento energetico, si deve utilizzare il finanziamento tramite terzi. Al raggiungimento dell’obiettivo annuo di riqualificazione energetica devono collaborare gli occupanti degli edifici, con misure organizzative e comportamentali di consumo energetico.
Alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici sono destinati 30 milioni di euro per il 2014 e 2015, a cui possono aggiungersi altri 25 milioni fino al 2020, altri 50 milioni provenienti dalle aste delle quote di emissione di CO2 e altri fondi ministeriali, per un totale di 355 milioni di euro nel periodo 2014-2020. A queste risorse si aggiungeranno i finanziamenti privati che potranno essere attivati attraverso contratti di prestazione energetica che ripaghino gli investimenti con i risparmi sulla bolletta.
Le pubbliche amministrazioni centrali, in fase di acquisto o di nuova locazione di immobili, negli appalti per l’acquisto di prodotti e servizi e nei contratti di leasing, devono rispettare i requisiti minimi di efficienza energetica di cui all’Allegato 1 al decreto.
Le grandi aziende e le imprese 'energivore', dal 5 dicembre 2015, saranno tenute a eseguire diagnosi energetiche periodiche, per individuare gli interventi più efficaci per ridurre i consumi di energia. Per le piccole e medie imprese sono stati stanziati 105 milioni di euro.
Il decreto prevede che siano messi a punto, a livello nazionale, regimi di qualificazione, accreditamento e certificazione dei soggetti operanti nel settore dei servizi energetici. A tal fine Accredia, entro il 31 dicembre 2014, dovrà definire e sottoporre ai Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente, schemi di certificazione e/o di accreditamento per la conformità alle norme tecniche in materia di ESCO, esperti in gestione dell’energia, sistemi di gestione dell’energia e diagnosi energetiche.
Su richiesta della Conferenza Unificata, è stata cancellata la norma che equiparava l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) redatto secondo il DM 26 giugno 2009, allegato A, par 4, comma 2, lettera i), ad una diagnosi energetica nel settore civile conforme all’allegato 2.
Infine, è istituito il Fondo nazionale per l’efficienza energetica, diviso in due sezioni: uno per la concessione di garanzie, l’altro per l’erogazione di finanziamenti per interventi di efficienza energetica realizzati anche attraverso le ESCO e attraverso forme di partenariato pubblico-privato, società di progetto e/o di scopo appositamente costituite. Il Fondo sarà alimentato con circa 70 milioni di euro l’anno, nel periodo 2014-2020.
Il Fondo finanzierà: la riqualificazione energetica degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione; la realizzazione di reti per il teleriscaldamento e/o per il telereffrescamento; l'efficientamento di servizi ed infrastrutture pubbliche, inclusa l'illuminazione pubblica;
la riqualificazione energetica di interi edifici, compresi gli edifici di edilizia popolare; la riduzione dei consumi di energia nei processi industriali.
“Si tratta di un pacchetto, che insieme alle altre misure approvate finora, consente di affrontare le importanti sfide dirette a migliorare la sicurezza di approvvigionamento e alla riduzione dei costi energetici”, ha detto il Ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, auspicando che “possano presto diventare tangibili i benefici a favore dei consumatori, delle imprese e dell’ambiente”.
Gli interventi di nuova
costruzione,
manutenzione rilevante,
messa in sicurezza e
ripristino funzionale
coinvolgeranno quasi 21
mila scuole
07/07/2014 - Prende il via il piano per l’edilizia scolastica voluto
dal Governo Renzi. Il programma, articolato in tre grandi filoni,
coinvolgerà complessivamente 20.845 edifici scolastici per uno
stanziamento pari a 1.094.000.000 di euro.
I fondi messi a
disposizione
renderanno possibile
la costruzione di
nuove scuole e le
manutenzioni
rilevanti, ma anche
interventi di messa
in sicurezza e di
decoro.
#Scuolenuove
Il programma di
costruzione di nuovi
edifici scolastici,
comprendente anche
la realizzazione di
manutenzioni
importanti,
ribattezzato
#scuolenuove,
assorbirà 244
milioni di euro per
404 cantieri in
corso o che stanno
per aprire.
I lavori sono
diventati possibili
grazie allo sblocco
del patto di
stabilità per il
2014 e il 2015, dopo
che i sindaci
hanno risposto
all’appello del
presidente del
Consiglio, Matteo
Renzi. A fronte
delle domande
pervenute, il
Governo ha emanato
il
dpcm 13
giugno 2014
e il
dpcm 30
giugno 2014.
Altre possibilità di
finanziamento si
apriranno con il
prossimo documento
programmatico di
economia e finanza e
grazie a mutui con
oneri a carico dello
Stato.
#Scuolesicure
Dopo lo
sblocco da parte del
Cipe di
510 milioni di euro
con la
riprogrammazione dei
fondi sviluppo e
coesione, 400
milioni sono stati
assegnati alla messa
in sicurezza di 2480
edifici scolastico.
Ogni intervento avrà
un valore medio di
160 mila euro.
Si tratta di
interventi già resi
ammissibili e
presenti in
graduatorie, che
solo oggi sono stati
finanziati e che
potranno partire
dopo l’iter di
registrazione delle
delibere.
Per evitare la
revoca dei
finanziamenti,
Comuni e Province
dovranno appaltare i
lavori entro il 30
ottobre 2014. In
questo modo potranno
essere eseguiti i
primi 1635
interventi previsti
dal
DL del Fare.
Ricordiamo infatti
che il decreto ha
assegnato
150 milioni
di euro a 692
interventi urgenti
tra quelli segnalati
dalle Regioni, che
sono stati inseriti
in una graduatoria
del Ministero
dell’istruzione (MIUR).
Le domande
ammissibili sono
state però 2515. Con
le risorse sbloccate
dal Cipe sarà quindi
possibile scorrere
la graduatoria.
Il Governo ha
inoltre reso noto
che sarà possibile
effettuare altri 845
interventi
previsti dal
bando
267/2013
del MIUR.
#Scuolebelle
Sul totale dei 510
milioni di euro
sbloccati dal Cipe,
gli altri 110
milioni
finanzieranno lavori
di piccola
manutenzione, decoro
e ripristino
funzionale su 7801
edifici nel corso
del 2014. Altri 300
milioni di euro
saranno sbloccati il
prossimo anno.
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