Pagina pubblicata il 15 maggio 2009
Informazioni sull'iter procedurale del Piano casa
Il decreto legge che contiene "Misure urgenti in materia di
edilizia, urbanistica ed opere pubbliche" diversamente da quanto
previsto dall'Ordine del giorno del Consiglio dei ministri non è
stato messo in discussione nella riunione del 15 maggio 2009 "poichè
avevamo assunto l'impegno con le regioni di trovare l'accordo sul
testo", ma l'intesa è mancata nella conferenza unificata riunitasi
il giorno prima.
Tuttavia "tutte le regioni stanno procedendo nel percorso della
legge regionale (previsto dall'Intesa
del 31 marzo scorso) quindi il fatto che questa mattina non sia
stato approvato in Consiglio dei ministri questo provvedimento non
da nessun rallentamento ai tempi necessari e prevediamo che "entro
luglio siano approvate tutte le leggi regionali e a partire dai
primi di agosto il Piano casa dovrebbe essere operativo".
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della
conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri di questa
mattina ha fatto il punto sull'iter procedurale del Piano casa che
permette l'ampliamento delle abitazioni mono e bifamiliari del 20 e
del 30%.
Il Piano casa del Governo è stato lanciato originariamente nella
manovra finanziaria dell'estate scorsa. Il cosiddetto Piano
straordinario per l'edilizia residenziale pubblica,
pensato per riammodernare il patrimonio immobiliare pubblico e
finalizzato a dare un alloggio sociale alle famiglie disagiate, agli
anziani, alle giovani coppie. Il Cipe - nella riunione dell'8 maggio
- ha assegnato alla realizzazione del Piano straordinario un primo
stanziamento per complessivi 350 milioni di euro. Di questi: 200
milioni di euro sono da ripartire tra le Regioni per l’edilizia
popolare; gli altri 150 milioni sono destinati al sistema integrato
di fondi immobiliari per l’incremento della dotazione degli alloggi
sociali.
Gli altri due progetti che completano oggi il Piano casa sono stati
proposti dal presidente del Consiglio per rilanciare un settore
chiave della nostra economia quale è l'edilizia e, nello stesso
tempo, andare incontro alle esigenze delle famiglie italiane.
Cosa prevede l'intesa del 31 marzo 2009:
1. per gli
edifici residenziali uni-bifamiliari o
comunque di cubatura non superiore a 1000 metri possibilità di
ampliamento entro il limite del venti
per cento della volumetria esistente;
2. demolizione e
ricostruzione possibilità
di ampliamento per edifici a destinazione residenziale entro il
limite del trentacinque
per cento della volumetria esistente,
al fine di migliorarne qualità architettonica ed efficienza
energetica, nonché di utilizzare fonti di energie rinnovabili;
3. semplificazione
delle procedure per
velocizzare la concreta applicazione di quanto previsto.
Sono esclusi interventi edilizi di ampliamento su edifici abusivi o
nei centri storici o in aree di inedificabilità assoluta.
Redazione Internet - Rosella Rega (r.rega@governo.it)